Leonardo e l’idea di libertà

Leonardo da Vinci fu un giovane di rara bellezza. Secondo quanto racconta il Vasari, “egli, con lo splendor dell’aria sua, che bellissima era, rasserenava ogni animo mesto”. Leonardo trascorse buona parte della sua gioventù a godere della vita. Tuttavia, questo periodo di spensieratezza cessò bruscamente quando, poco prima di compiere ventiquattro anni, Leonardo venne arrestato e trascinato di fronte al consiglio del governo fiorentino per rispondere dell’accusa di sodomia. L’accusa di quel che allora era un crimine capitale e la detenzione in carcere ebbero un effetto traumatico su una persona così sensibile. Come egli stesso scrisse: “dov’è più sentimento, lì è più martirio”. Alla fine Leonardo fu prosciolto per insufficienza di prove, ma questo episodio segnò profondamente la sua vita: spiega la sua immediata partenza da Firenze e il suo continuo peregrinare. Leonardo osservò nei suoi scritti che una femmina di cardellino, vedendo i suoi piccoli rinchiusi, li nutrì con un pezzetto di una pianta velenosa, e commentò : “prima morte che perdere libertà”.

Il Vasari racconta che durante le frequenti passeggiate per le vie di Firenze spesso incontrava mercanti di uccelli, e che era solito fermarsi, pagare la cifra richiesta e poi aprire la porta della gabbia, dando la libertà agli uccelli che vi erano rinchiusi. L’infinita volta del cielo tornava ad essere la loro dimora. La sete insaziabile di conoscenza di Leonardo era pari soltanto al suo amore sconfinato per la libertà. Mi capita a volte di sentirmi prigioniera: prigioniera delle convenzioni sociali e della mia stessa educazione, che mi impediscono di esprimere appieno me stessa. I legacci stringono forte i polsi e la tentazione di ribellarsi alla meschinità e alla grettezza che ci circonda si fa sentire prepotentemente. Qual è il tuo rapporto con l’idea di libertà? Ti senti pienamente libero? Se no, quali sono i legacci che ti imprigionano?

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