Opere
Uomo del mio tempo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
(Salvatore Quasimodo)
Questo dipinto di Mariangela Bombardieri non avrebbe bisogno di altre parole, il suo racconto è tutto racchiuso nei versi di Salvatore Quasimodo, sempre drammaticamente attuali.
Un cumulo di macerie fa da sfondo alla “Grande Prostituta”, allegoria dell’umanità tutta, corrotta dal “sonno della ragione”, incurante della fugacità del tempo, impossessata dalle bestie apocalittiche dei vizi capitali… Homo homini lupus!
La denuncia dell’Artista è un sentito dovere morale, la necessità etica di non racchiudersi nel proprio mondo interiore, di uscire allo scoperto, di urlare nel giallo l’insostenibilità della propria impotenza. L’opera, costruita sulle due diagonali, quasi di impianto barocco, si colora delle lacrime vivissime dell’Autrice: rossi, blu, verdi, arancio manifestano la parte animale, così nascosta nella quotidianità, che è riposta in ciascuno di noi, nei nostri piccoli o grandi egoismi, nel nostro arrivismo. E’ evidente il richiamo di Mariangela Bombardieri ad una profonda riflessione sulla nostra vita, sui valori perduti e su quelli da ritrovare in un percorso all’interno di noi stessi . Ancora più forte è l’appello ad un mondo di pace e di fratellanza universale, contro ogni forma di violenza, dall’indifferenza alla povertà, alla fame, alla guerra.
Giovanni Marziano